Peter Pan
Ogni volta che mi firmo con il Totem ho l’orrenda impressione di essere vittima della sindrome di Peter Pan, l’eterno bambino.
Ma ripensandoci, ognuno di noi è un eterno bambino.
I nostri difetti, i nostri pregi, il nostro carattere, il nostro desiderio di essere spensierati e senza problemi, tutto si modifica con lo scorrere del tempo, ma la radice non cambia.
Noi vorremmo l’Isola Che Non C’è, l’isola felice su cui vivere secondo i nostri desideri,senza l’assillo del lavoro, senza i problemi quotidiani.
L’Isola Che Non C’è la troviamo nei momenti di evasione, quando ci abbandoniamo senza pensieri ai nostri desideri. Chi va in montagna, chi al mare,chi a ballare. Ognuno secondo il proprio modo di divertirsi e di ritornare piccolo e senza pensieri.
Certo,è vero, tutto è temperato dall’età, ma cerchiamo sempre quell’attimo fuggente che da bambini era il nostro quotidiano.
Mi sono accorto che la mia paura è infondata.
Peter Pan l’eterno bambino che è in noi, emerge solo quando noi gli diamo spazio. Non ne siamo dominati.
Ed allora va tutto bene, perché quello che facciamo lo facciamo in piena coscienza, col desiderio di evasione e di allegria cui tutti tendono. Anche quando torniamo a vivere in tenda, quando ci chiamiamo con il totem, quando riviviamo i campi come ai tempi magici dell’Iseo 1, quando lavoriamo per realizzare i ricordi di questi nostri incontri.
Proprio per questo ho deciso che continuerò a vivere in serenità i nostri incontri, perché anche in quei felici momenti il piccolo Peter Pan è sotto controllo.
Proprio per questo continuerò ad augurarvi
Buona Strada fratelli
Wontolla
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