mercoledì, ottobre 22, 2008

In attesa del Venerdì Santo..

Questa volta non ci rechiamo alla Croce per il solito appuntamento del Venerdì Santo.
Dobbiamo provvedere alla sostituzione della copertura del tepee in quanto troppo ammalorata per lasciarla ancora in loco.
Non sarà presente Beppe, che non ha potuto liberarsi dal lavoro, non sarà presente neppure Fabio semplicemente per essersi dimenticato dell’appuntamento.
Bolis, non più scout ma sempre scout, che lavora alla Montecolino, appassionato di camminate in montagna, ha visto lo stato deplorevole del tepee e ci ha offerto in regalo il telo nuovo.
Già da tempo Ottavio ha provveduto a ritirarlo, ma sino ad oggi non abbiamo trovato il momento giusto per provvedere ai lavori del caso.
Quando abbiamo fatto il campo invernale di gennaio, è passato casualmente un certo Elio Dotti che si è fermato a chiacchierare con noi e ci ha detto che più volte aveva usufruito del tepee, portando anche i figli a vederlo e ad utilizzarlo.
Saputo che lo abbiamo edificato noi e che avremmo dovuto rifarlo, si è offerto di venire a lavorare e di portare un telo impermeabile da montare all’esterno. Ci ha fatto molto piacere constatare che il tepee è usufruito, con rispetto, anche da altri. Non abbiamo infatti mai dovuto lamentare atti di vandalismo e neppure abbiamo mai trovato l’interno sporcato con immondizie.
Unica cosa cui non abbiamo consentito alla richiesta di Elio è la realizzazione di un villaggio di tepee. Idea suggestiva, ma impossibile. Se un solo tepee è tollerato, non lo sarebbe certamente un vero e proprio villaggio, del quale poi non si saprebbe che fare.
Comunque eccoci sul posto. Franco, l’unico che ha il numero di telefono di Elio lo ha chiamato e come tutta risposta Elio è apparso con sulle spalle un gran rotolo di telo impermeabile traspirante.
Montiamo le tende, alziamo le bandiere in modo un poco informale, anche per quanto riguarda il pennone, perché, unico neo dopo tanti anni ci hanno asportato il cordino che fiduciosamente avevamo lasciato appeso.
Poco a poco togliamo il vecchio telo, sbrindellato, sforacchiato, ingrigito e consunto e lo bruciamo sul focherello acceso al di fuori del tepee. E’ talmente secco da bruciare come carta.
Siamo in tanti, ognuno con un suo incarico.
Franco e Giancarlo si dedicano alla realizzazione di una serie di pali che non vogliono al momento farci sapere a cosa serviranno.
Gli altri, Toni, Ottavio, Flavio, Riccardo ed Elio si dedicano prima di tutto a finire di smontare il vecchio tepee. Quando Toni dà l’ultima scrollata, tutta l’impalcatura geme e cade a terra.
Già sono pronti nuovi pali che costituiranno l’ossatura del nuovo tepee. Ottavio pone al centro un cavicchio e con un cordino segna in terra un cerchio attorno al quale vengono posizionati i nuovi pali. In alto, dove ci sarà il foro d’uscita del fumo, viene situato un anello di ferro, largo circa ottanta centimetri, che con il filo a piombo si pone esattamente al di sopra del cavicchio. Ecco che sorgono i primi pali fissati al terreno con una piccola buca e legati in alto all’anello.
Nel frattempo Silvano si dedica alla cucina realizzando un tavolo provvisorio con due grossi contenitori e con un’asse che era stata utilizzata quale barella per il trasporto delle masserizie.
Flavio va alla ricerca delle bottiglie sepolte per verificare se sono ancora in buono stato e soprattutto se il contenuto è bevibile.
Arrivano Luca, Piero e Mauro. Questi ultimi due piuttosto tardi, ma subito si danno da fare e lavorano come gli altri. Nel nostro gruppo di lavoro non ci sono gli scansafatiche.
Riccardo ed Elio salgono sulla scala e provvedono a fissare i pali che man mano vengono passati dal basso. Il nuovo tepee comincia a prendere forma.
Non potendo riuscire a completarlo in serata lo si ricopre in modo provvisorio con il telo bianco e nella parte superiore con i teli di polistirolo. Servirà comunque in modo egregio per passarvi la notte.
Nel frattempo all’esterno sorge una foresta di pali che non si capisce molto bene a cosa possa servire. Poi vediamo Franco e Giancarlo che prendono le misure da terra, segano i pali, vi posizionano sopra altri pali e come d’incanto sorgono due nuove panche. Per il tavolo la stessa procedura, solo che è realizzato con belle assi, portate da Franco, tagliate a regola d’arte e verniciate con impregnante. Al di sotto vengono posizionati altri pali traversi per fungere da poggiapiedi. Il lavoro ha preso la sua forma definitiva ed è ragguardevole come risultato.
Dopo pranzo Piero e Luca scappano perché impegnati altrove. Anche Mauro ci lascia.
Elio è sempre stato appeso al tepee, perché ha pienamente vissuto il desiderio di ricostruirlo. Unico suo neo che non ha mai smesso di fumare. Ritornerà anche il giorno dopo, collaborando attivamente al completamento del tepee, ma non smetterà di chiedere ad ogni persona che passa (e saranno tanti gli amici della montagna che vedremo transitare) il dono di una sigaretta. Le ha dimenticate e ci lascerà proprio perché caduto in crisi di astinenza.
Comunque dopo pranzo tutta l’intelaiatura è pronta. Avvicinandosi la sera decidiamo di coprire con il telo bianco fornitoci dalla Montecolino e nella parte alta, per esigenze di tempo, posizioniamo i teli di polistirolo. L’effetto non è dei migliori, ma è sufficiente per la provvisorietà.
All’interno viene fissato ai pali un tavolo pieghevole, subito occupato da Silvano con viveri, pentolame e quant’altro.
A cena ci raggiungono anche Nereo, con Eli e Giulia. Staranno con noi attorno al fuoco mentre cantiamo le nostre canzoni.
Quelli che si fermano a dormire, dopo aver vuotato del non necessario il tepee, stendono a terra i teli di polistirolo da usare quali materassi. Saremo in pochi, ma buoni, come si usa dire.
Poco lo spazio, l’ingegno si aguzza. Flavio pone il suo telo direttamente sotto il tavolo, forse con l’idea di poter avere fame nottetempo e di essere il più vicino possibile alle tentazioni.
È stata una giornata splendida, una volta ancora il tempo ci ha arriso, anche se nel periodo vi sono stati parecchi giorni di pioggia ed altri ne seguiranno. La fortuna è stata dalla nostra parte.
Il secondo giorno non è da meno. Alcune fotografie scattate dalla Croce lo dimostrano, anche se l’orizzonte è leggermente velato da quella, purtroppo costante, nebbiolina che aleggia sul lago.
Poco a poco il nuovo tepee prende forma. Il telo bianco fornito da Bolis lo avvolge integralmente e sembra una piccola gemma nel bosco. Al di sopra mettiamo il telo impermeabile che ha il difetto di essere nero dalla parte che dovrà restare all’esterno. Peccato, ma poco male se servirà a proteggere la struttura ed a farla durare più di quei cinque anni che è durata la prima.
Per l’opra di pranzo tutto è pronto.
Ci raggiunge Andrea Di Prizio, forse senza neppure sospettare che siamo qui, ma che ugualmente si sofferma un poco in nostra compagnia. Ci raggiunge anche Franco Colosio: visita inaspettata, ma sicuramente gradita di un vecchio scout.
Arrivano anche Anna, la moglie di Flavio, e Marietta, la moglie di Enzo, con il figlio Dario.
Nonostante il telo nero esterno il tepee è molto luminoso all’interno e soprattutto caldo.
Il tempo di sistemare la legna per non lasciare l’esterno in disordine, di far scomparire il fuoco livellandolo e ricoprendo di fogliame la zona e pare addirittura che non siamo mai stati qui.
Bene. Tutto è ormai pronto per il tradizionale e consueto appuntamento del Venerdì Santo. Non rimane che attendere lo scorrere dei giorni.