domenica, ottobre 15, 2006

Campo d'Autunno 2006

Le previsioni del tempo sono le più contrastate che si possano avere.

Su alcuni canali televisivi danno bel tempo per tutto il fine settimana, su altri per sabato danno pioggia. Non rimane che attendere e sperare, anche se la pioggia non ci ha mai impedito di realizzare i nostri campi.

Sabato mattina siamo sul posto ed incominciamo a piantare le tende. Non abbiamo ancora finito che incomincia a cadere la pioggia, ma fortuna-tamente non è temporale.

Sono già presenti oltre ovvia-mente ad Ottavio e Alessandra, Silvano, Toni e Riccardo.

Si montano le tende piccole e poi la Mottarone di squa-driglia.

L’alza bandiera avviene in modo quasi informale, perché siamo ancora in pochi.

Nel pomeriggio grandi arrivi.

Enzo compare a cavallo della bicicletta, arriva Giuseppe con i figli Miriam e Stefano. Torna Silvano, che si era allontanato per un appuntamento di lavoro, con Chiara e Stefania, arrivano anche Fabio con Lia, Flavio e poi ancora Franco e Giancarlo. In parte inaspettata, perché non c’era la certezza della sua presenza, arriva Lucia. Arrivano Chiara e Gianluca che dopo aver montato la tenda si erano allontanati per lavoro.

Arriva perfino Fabio C., l’infiltrato Agesci, che però decide di non fermarsi a dormire.

Arriva Fausto che essendo a dieta non sa se fermarsi a cena con noi, per non dover troppo soffrire mentre noi si mangia e si beve. Il suo dubbio amletico durerà a lungo, poi però decide di essere dei nostri, portandosi però il necessario per non “barare” con la dieta.

Silvano e Giuseppe si dedicano alla loro consueta attività, ossia cucinare.

Nel frattempo si realizza il cerchio per il fuoco di bivacco, con tronchetti di legno ed un braciere in centro.

A metà pomeriggio caldarroste. Sono dei bei marroni, grossi, cucinati a dovere da Ottavio, con una debita spruzzata di vino e sale durante la cottura.

L’ammaina bandiera ci vede schierati, anche se pochi, ed anche se non sarebbe necessario schierarsi.

Mentre le ombre della sera avanzano veloci, si accende il fuoco all’interno del tendone principale, sia per riscaldare le ossa inumidite dalla pioggia, sia per avere una seconda postazione per la cucina.

E poi a tavola ragazzi, a tavola, sono già le venti.

Ravioli in brodo, ottimo il brodo, buoni i ravioli. Seguo-no la trippa ed il bollito misto di pollo e manzo. Non può mancare la consueta crostata di frutta fatta da Chiara, la moglie di Silvano.

Anche se tardi, quando oramai si dava per scontato che non sarebbe arrivato, anche se aveva promesso di venire, arriva Luca.

Siamo in tanti, la compagnia si è allargata con la presenza di familiari ed amici e siamo giunti ad essere ben trentacinque.

Il dopo cena è brioso ed allegro. Siamo attorno al fuoco di bivacco che già arde.

I nostri canti scout salgono al cielo insieme alle scintille del fuoco. In alcune danze improvvisate sull’aria dei nostri canti sono coinvolti anche Miriam e Stefano.

Poi, all’improvviso, dall’ombra che circonda il bivacco, si ode un grido: “lupi, lupi, lupiiiiiii”. È il grido che lanciava Akela per chiamare a sé i lupetti durante i loro campi.

Abbiamo tra di noi il nostro Akela, Fabio, che è stato capace di far conquistare ai suoi lupetti il Totem provinciale. Ma oltre a questo si era recato due volte a Lourdes come scout, a fare il barelliere, ossia andare alla stazione a prelevare i malati, impossibilitati a scendere e muoversi con i loro mezzi, dal treno trasferendoli sui pullman per portarli agli alberghi e poi ancora prelevarli agli alberghi e portarli alla Grotta e ritorno dopo la funzione.

Aveva il grande desiderio di avere il Foulard Bianco, l’FB, del Clan dei FB di Lourdes. Non si poteva fare a meno di accontentarlo ed ecco che Ottavio ha fatto realizzare il FB con lo stemma NdL e poi compare anche una fibbia, una originale, dei FB. Ben posizionati su un cuscino fanno il loro ingresso nel cerchio e vengono donati ad Akela che non se lo aspettava e che commosso abbraccia e ringrazia un poco tutti.

Le ore scorrono veloci e non ci siamo accorti che è stata superata la mezzanotte. Tutti a letto nelle tende, mentre il fuoco di bivacco lancia i suoi ultimi scintillii.

Non fa freddo, l’umidità del primo pomeriggio se ne è andata. La notte scorre tranquilla e le luci dell’alba filtrano nelle tende ed inducono alla sveglia.

Nelle prime ore del mattino sono arrivati Chiara e Gianluca che pure dormono in tenda, sono arrivati anche Luca e Piero, quest’ultimo inaspettato, ma piacevolmente presente. Non sapendo in quale tenda avrebbero potuto dormire, hanno realizzato due scomodi letti con le seggiole presenti nel tendone e lì li abbiamo trovati avvolti nei sacco a pelo. Dimostrazione lampante che quando c’è l’affiatamento ed il piacere di stare insieme al campo e con gli altri scout non vi sono ostacoli. Li abbiamo sloggiati perché necessitava accendere il braciere per cucinare e saltellando nel sacco a pelo sono andati a proseguire la dormita nella Mottarone.

Lavati, strigliati, vestiti, siamo pronti per l’alza bandiera. Provvede come sempre Giancarlo, mentre gli altri si schierano cantando Fratelli d’Italia.

Colazione con caffé e latte, pandoro (ma non è un poco in anticipo?) brioches, biscotti.

I grandi cuochi sono subito all’opera.

Nuovi arrivi. Persino Enrica è dei nostri. È sicuramente un evento importante, perché i suoi mille impegni di solito le impediscono di fermarsi.

Ecco don Sergio che come sempre viene a celebrare la S. Messa. L’altare è gia stato apprestato ed accanto vi sono i nostri alpenstock con il guidone. Ci dimentichiamo di mettergli al collo un fazzolettone del Gruppo, ma non importa. Sappiamo bene che è dei nostri.

I canti scout accompagnano la cerimonia. Prima dell’inizio La man nella man, prima dell’offertorio Alla nostra Signora della strada, il Canto della Promessa prima che la cerimonia abbia fine, si conclude con Alla Madonna degli scouts.

Il sole splende alto e riscalda i presenti, sono in tanti, familiari ed amici ed anche un Fratello Anziano è con noi. Diamo la notizia che stiamo festeggiando il 60° dalla prima promessa degli scout dell’Iseo 1. Manca il primo Capo Riparto, Franco Vingiano, che pur avendo ricevuto le nostre comunicazioni si deve essere dimenticato. Siamo andati a casa sua a cercarlo, ma non c’era e non potendo far aspettare tutti i presenti non abbiamo avuto il tempo di cercarlo per il paese.

Dopo la cerimonia un piccolo rinfresco con bollicine e con le torte preparate da Chiara (Scoiattolo Sorridente) e da Paola.

Il tempo di scambiare due chiacchiere con i presenti ed è ora di pranzo.

I cuochi si sono superati. Un antipasto di affettati e pan di musica, uno spiedo superbo con la polenta cucinata da Flavio e Giancarlo, l’arrosto.

In particolare, alla fine del pranzo, arriva una torta con disegnato sopra il giglio scout, un festone colorato che ricorda il nostro 60° e l’immagine del giovane lupetto che saluta il vecchio scout, simbolo di continuità nel tempo. Speriamo che sia di buon auspicio per la rinascita del Branco e del Riparto. È troppo bella, non meriterebbe di essere mangiata, ma la sua dolce fine accompagnata da un brindisi con bollicine allieta tutti. Del taglio si incarica Enrica, forse per farsi perdonare le sue assenze dai nostri campi ed uscite.

Siamo giunti alla fine del nostro Campo, è ormai pomeriggio inoltrato. Si smontano le tende, si liberano i tavoli, ci si schiera per l’ammainabandiera. È l’ammainabandiera di chiusura del Campo e quindi non si può fare a meno di schierarsi. Ci chiudiamo in cerchio ed intoniamo il Canto dell’addio. Sulle sue note sempre struggenti ci diamo non l’addio, ma l’arrivederci.