giovedì, luglio 27, 2006

Campo estivo, 8-9 luglio 2006

Eccoci a Presagnol. Non c’è nessuno. Possibile che sia il giorno sbagliato, o quanto meno l’ora sbagliata?
Sono le dieci e venti del mattino e dovrebbe già esserci il padrone di casa, ma la “sporcia” è chiusa, chiuse sono la porta e le finestre e non c’è alcuna auto. Riccardo e Grazia si guardano interdetti.
No, il giorno è quello giusto, ma allora non ci siamo capiti ed il padrone di casa arriverà dopo pranzo. E per il pranzo? O si salta o si ridiscende a valle sino a Corteno.
Fortunatamente si è trattato di un banale ritardo dovuto all’acquisto dei viveri per i due giorni.
Sono passati dieci minuti, il tempo di issare le bandiere e di portare sul ciglio della strada principale il paletto con sopra il giglio Asci, per segnalare la via da seguire, ed ecco che arriva Silvano con Chiara e Stefania.
Non troppo tempo dopo arrivano anche Toni ed Adriana.
Arriva anche Marco, il nipote di Chiara, che abita pure lui a Pilzone. È alto e magro, poi si capirà perché magro, dal momento che non mangia quasi nulla. È un tipo riservato e dedica la maggior parte del suo tempo alla sana lettura di un libro scritto da Lucia, che oggi non potrà essere dei nostri.
Tutto torna ad essere normale.
Incominciamo a pensare ad uno spuntino, tanto per gradire, tanto per calmare il senso di appetito che ci dà l’essere in quota. Detto e fatto: appaiono affettati, formaggi, vino secco e frizzante e finanche la torta con sopra gelatina e frutta.
Questa la lasciamo per ultima, perché nel frattempo, mangiando mangiando, è maturato mezzogiorno ed è doveroso cucinare una buona pastasciutta, soprattutto se è una buona carbonara.
La giornata non è del tutto promettente, anche se il sole picchia forte. Vi sono nuvole all’orizzonte che si rincorrono minacciose. Forse vogliono dimostrare che una volta tanto chi compare sul video a fare le previsioni del tempo ci ha azzeccato quando ci ha detto di possibili piogge.
Sistemiamo tutto. Si provvede a far legna in previsione di dover cucinare all’aperto, sull’abi-tuale treppiede.
E nel mezzo del pomeriggio compare anche Nereo con Eli e Giulia. Ma anche con Diana il cui nome già spiega tutto. Il povero Spiffi, il cane di Silvano, si scatena, vuole giocare e non solo. Viene messo ai “ferri” e la sua parentesi festosa ha fine.
Si monta la tenda. Non si sa mai che si possa utilizzarla senza problemi.
Silvano ha fatto preparare da Stefania un cartello grande e colorato. Forse pensa che noi vecchi scout abbiamo perso del tutto il senso dell’orientamento e la capacità di seguire le tracce e di individuare un cartello più piccolo. Potrebbe avere ragione e quindi lo si va a mettere sul ciglio della strada principale accanto all’altro.
Una passeggiata nei dintorni, giusto per sgranchire le gambe ed è già sera.
Seppur satolli dal mezzogiorno, si prepara il tavolo allungandolo con cavalletti ed assi per dare spazio agli ultimi arivati.
Il camino è acceso. È sempre bello poter ammirare la fiamma del camino, e poi serve anche per cucinare gli spiedini e le salamine e…tutto quanto ancora si voglia.
Non si vorrebbe mangiare molto, ma il nostro cuoco ha sempre un asso nella manica che conduce a far lievitare il nostro peso.
Pasta con frutti di mare, gamberetti, calamari ed altro. Difficile rifiutare.
Seguono filetti di trota che per quanto gustosi non si riesce a finire.
Appare una nuova torta, una crostata per metà di pesche e per metà di mirtilli. Nonostante si sia pieni, non si è mai pieni del tutto. E nonostante ci si sia dissetati, non lo si è mai del tutto.
I cappelloni fanno bella mostra di sé insieme ai fazzolettoni. Non ci dimentichiamo mai, neppure nei casi informali, di essere scout.
Incomincia a piovere e quindi si rinuncia a dormire in tenda, nel timore che scoppi un vero e proprio temporale. Non sarebbe nulla di preoccupante se non fosse che il luogo ove è possibile piantare la tenda è un incavo del terreno che potrebbe tranquillamente diventare un laghetto, e passare la notte fradici e galleggiando sui materassini non è il massimo.
Una sana chiacchierata chiude la serata e ci ritiriamo nel letto, o meglio nel sacco a pelo.
Piove e per l’intera notte continua a piovere, anche se non è mai temporale. Il ticchettio dell’acqua che cade sul tetto accompagna il nostro sonno.
Fa caldo, quasi tutti sudano in modo incredibile e dormono o fuori dal sacco a pelo o appena appena coperti.
Alle sette e mezzo del mattino incominciamo a scendere al piano terra per prepararci alla nuova giornata.
Si apparecchia nuovamente il tavolo (ma perché mai si pensa sempre al tavolo?) per la colazione. Il bricco del latte è accanto alla caffettiera e le brioches nel forno.
Tutto a posto, compreso il residuo della crostata di frutta. Mancano solo gli avventori che piano piano abbandonano il letto ed arrivano con gli occhi ancora colmi di sonno.
Un buon caffé rinfranca l’animo e suona la sveglia.
Il tavolo viene ancor più ampliato, nell’attesa che arrivino anche tutti gli altri.
Ci si prepara per l’alza bandiera che avviene nel consueto modo scout, cantando Fratelli d’Italia e concludendo gridando tre volte “San Giorgio” cui si risponde gridando ogni volta “Italia”.
Arrivano Fausto e Luisella. Fausto è colpito pure lui dal mal di quota e non può fare a meno di dedicarsi subito ad un panino con la mortadella ed un sano bicchiere di vino bianco.
Dopo un rapido conciliabolo si parte per una passeggiata sino in fondo alla valle. Lì si deciderà, in relazione all’orario, se proseguire facendo il giro di tutta la valle o se risalire, sia pure da un’altra strada. Prevale la seconda ipotesi, anche perché non è poi troppo presto.
Fiori, fiori dappertutto. Di ogni tipo e colore. Abbonda in particolare la bistorta, un fiorellino tipico di zone più umide.
Ritornati a Presagnol vediamo che già il paiolo per la polenta è sul fuoco e attorno si stanno dando da fare Giancarlo, Flavio e Toni.
Ottavio guarda con aria sorniona e partecipa attivamente con il suo sostegno morale. Gabri si lamenta di non essere arrivata in tempo per partecipare alla passeggiata. Alessandra chiacchiera con Stefania.
Ottavio ha portato come sempre la “torta scout”. Ha anche portato la nostra asta portabandiera. Nostra perché sopra c’è il giglio Asci , fatto fare proprio per il nostro Gruppo, dato che la Sede Centrale al momento non ha ritenuto di fare la spesa per lo stampo.
Ci siamo quasi tutti. Mancano solo Fabio e Lia che hanno dato per certa la loro presenza per il mezzogiorno.
Il profumo dello stinco arrosto si diffonde nell’aria. Era già stato in parte cucinato il giorno prima, e adesso riceve il ritocco finale.
Nel frattempo il camino fa il suo dovere e vengono cucinate salamine e spiedini. Anticipate da un buon salame affettato, giungono sul tavolo all’aperto accompagnate dai bicchieri e non solo.
Arrivano Fabio e Lia, puntuali per l’orario che avevano dato e in tempo per l’aperitivo..
La quota, l’aria limpida dopo la pioggia notturna, la passeggiata e l’orario, fanno la loro parte. Poco si salva di quello che è stato portato fuori, anche se ci attendono stinco e polenta. Soprattutto abbiamo dovuto sedare il problema della sete, perché le bottiglie contenevano poco.
Tutti a tavola, siamo in venti, un buon numero.
Polenta e stinco girano sui tavoli, precipitano nei piatti, scompaiono nella bocca dei presenti che li gustano…con gusto.
Purtroppo la nostra giornata coincide con la partita di calcio che promuoverà poi la Nazionale al primo posto nel mondo. In quel momento non possiamo certo ancora saperlo, anche se lo sogniamo, ma soprattutto c’è chi freme per andare via e giungere a casa in tempo utile per vedere la partita.
La partenza è un dovere in questo caso. Dobbiamo giungere in tempo per “tifare” anche se non siamo tutti adepti del calcio.
Qualche fotografia davanti alle bandiere e con l’asta con il nostro giglio. Non tutti hanno la divisa completa, ma è un campo informale, con la presenza dei nostri familiari e quindi è una mancanza che si può perdonare. Il Canto dell’Addio, con gli scout in cerchio, l’ammaina bandiera e via verso casa.
Qui finisce la nostra consueta gita a Presagnol, rovinata da un biscione di auto infinito che spesso e volentieri, senza alcun motivo apparente, si muove a passo d’uomo, quando addirittura non si ferma, facendo temere di non arrivare in tempo per vedere l’inizio della partita.
Tutti evidentemente si sono messi in strada per rientrare a casa in tempo utile per non perdere la partita.
L’anno prossimo non ci saranno i Mondiali di Calcio e potremo meglio e più a lungo goderci la montagna, l’aria fresca e la compagnia degli amici.